Il mese scorso, l'azienda per cui lavoro ci ha informato che stanno collaborando con un allenatore e che alcuni di noi saranno indirizzati per consultazioni. Ammetto che eravamo tutti un po' preoccupati per questo, perché il manager si rifiuta di dirci perché alcuni di noi devono partecipare e altri no. Temo che mi mandino a fare un po' di tutoraggio, e se non miglioro i miei risultati, mi salutano. Devo temere le conseguenze di tali consultazioni?
La tua ansia legata alla nuova situazione è comprensibile. Il fatto è che il supervisore, quando indirizza il dipendente a sessioni di coaching, formazione professionale o qualsiasi altra forma di supporto, dovrebbe informare sullo scopo di queste attività. Sì, a volte il datore di lavoro manda parte della sua squadra a sessioni di coaching, trattandolo come l'ultima risorsa, pensando che se non aiuta il dipendente a ottenere risultati migliori, nulla lo aiuterà. Di solito, tuttavia, i clienti che si presentano all'ufficio dell'allenatore guidati dalla loro azienda ricevono tale servizio come bonus, non come punizione.
Il coaching è spesso un investimento nello sviluppo del dipendente e dell'intera organizzazione. Pertanto, proverei a parlare ancora con il manager per scoprire qual è il vero motivo per instaurare una collaborazione con l'allenatore, altrimenti la tua ansia ti accompagnerà fino alla seduta. Vale anche la pena ricordare che anche se per qualche motivo le tue paure erano giuste, le sessioni di coaching sono di per sé un valore. Lavorare con un coach è un'opportunità di sviluppo personale che, indipendentemente dalle motivazioni del capo, vale la pena sfruttare.
Ricorda che la risposta del nostro esperto è informativa e non sostituirà una visita dal medico.
Patrycja Szeląg-JaroszPsicologa, coach, trainer per lo sviluppo personale. Ha maturato esperienza professionale lavorando nel campo del supporto psicologico, dell'intervento in crisi, dell'attivazione professionale e del coaching.È specializzato nell'area del life coaching, supportando il cliente nel miglioramento della qualità della vita, rafforzando l'autostima e l'autostima attiva, mantenendo l'equilibrio vitale e affrontando efficacemente le sfide della vita quotidiana. È stata associata con organizzazioni non governative a Varsavia dal 2007, co-dirige il Centro per lo sviluppo personale e i servizi psicologici della Compass
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